Operazione contro pedofilia
Si chiama operazione “Strike”, è stata condotta dalla polizia postale
italiana in collaborazione con quella tedesca ed ha permesso di
identificare più di 100 persone che scambiavano immagini e video di
adolescenti e bambini, alcuni dei quali autoprodotti, in cui i ragazzini
apparivano con le parti intime scoperte o addirittura ritratti in
attività sessuali con adulti. 109 gli indagati ed altrettante le perquisizioni in diverse città
italiane, da nord a sud, che hanno portato a scoprire come molti di
questi pedofili acquisissero i file a carattere pedopornografico da un
sito con sede in Germania che, in poco più di un mese, aveva fatto
registrare oltre 44 mila accessi nella sezione nominata “Teen group”,
ossia il gruppo in cui venivano caricate centinaia di immagini di minori
coinvolti in atti sessuali. Le persone arrestate risiedono a Siracusa, Firenze, Massa Carrara,
Modena, Bolzano e Napoli, dove un uomo aveva nel proprio pc migliaia di
foto, realizzate da lui stesso, che ritraevano minori nudi nel bagno di
casa. Nel computer di un altro fermato sono stati ritrovati addirittura
436.000 file pedopornografici. Un altro, invece, ha tentato una
rocambolesca fuga portando con sé gli hard disk ma non ce l’ha fatta.
L’operazione è stata possibile grazie alla stretta collaborazione tra
le forze di polizia italiana e tedesca che, per risalire ai criminali,
hanno seguito le tracce telematiche degli utenti sulla rete eDonkey2000
dove divulgavano il materiale prodotto o acquisito dal sito tedesco. È
stato, quindi, utilizzato un metodo per monitorare computer
sospetti già conosciuto alla polizia postale italiana, che ha permesso
persino di cogliere in flagranza di reato otto delle persone sospettate.
Un problema, quello della divulgazione di materiale pornografico minorile che, insieme all’adescamento dei minori stessi tramite i nuovi media, sta mettendo a dura prova non solo le forze dell’ordine, ma anche i genitori, che avvertono sempre più l’esigenza di poter in un certo senso controllare il pc dei propri figli minorenni, per evitare che cadano nelle subdole trappole tese dagli “orchi”, che vedono in questi mezzi una maggiore sicurezza di anonimato anche se, come dimostrato proprio dall’operazione “Strike” così non è.
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