micro telecamere a bari occultate perfino nei fiori

Micro-telecamere nascoste anche tra i fiori: ecco le «sale operative» dei clan
Sistemate per le strade e sui muri e collegate a monitor. Interi quartieri erano tenuti sotto controllo
Telecamere nascoste tra i fiori
BARI — Erano nascoste nei posti più impensabili, mime­tizzate nei fiori o sotto la sta­tua di Padre Pio, camuffate da bulloni o da chiodi. Svolgeva­no una triplice funzione: osser­vare gli spostamenti delle for­ze dell’ordine, controllare il territorio di competenza e anti­cipare le mosse dei clan nemi­ci. Decine di microtelecamere di ultimissima generazione so­no state scoperte dalla polizia. Erano state installate abusiva­mente in giro per la città, da via Caldarulo a via Calefati, passando per via Principe Amedeo. A piazzarle i luogote­nenti e personaggi di spicco della criminalità barese. Mafio­si in alto nella scala gerarchica dei clan Strisciuglio, Parisi, Di Cosola che avevano pensato di difendere le proprie abitazioni e gli affari illeciti filmando e re­gistrando, minuto per minu­to, tutto quello che accadeva nell’area circostante.
Ogni an­golo era immortalato dalle mi­cro telecamere; gli occhi elet­tronici erano collegati ad un si­stema di registrazione custodi­to all’interno degli apparta­menti dei mafiosi. Attraverso un registratore e una serie di monitor, poteva­no controllare quello che acca­deva all’esterno. Dall’arrivo delle forze dell’ordine, ai movi­menti dei singoli pusher, ma anche even­tuali incursioni da parte di esponen­ti dei clan rivali. Una forma più aggiornata e tecnologica delle classiche sentinelle. Pro­babilmente, la ripresa delle ostilità tra le diverse fazioni che si contendono il mercato della droga ha consi­gliato ai 'mam­m­asantissi­ma' d i pren­dere qualche precauzione. Ieri mattina, gli agenti delle Volan­ti hanno denunciato cinque persone: si tratta di tre pregiu­dicati agli arresti domiciliari e due sorvegliati speciali. Dei cinque, due sono legati alla co­sca degli Strisciuglio e hanno precedenti per detenzione e spaccio di droga e traffico ille­gale di armi. Non piccoli crimi­nali, ma personaggi con uno spessore criminale rilevante al­l’interno dei clan baresi. Tanti e diversi gli accorgimenti uti­lizzati per mimetizzare le mi­cro telecamere: spesso veniva­no nascoste colorandole con la stessa tonalità delle mura perimetrali delle abitazioni; oppure venivano occultate die­tro la statue dei Santi. Al Liber­tà, i poliziotti hanno scovato una telecamera ai piedi di una statuetta adornata di San Pio. C’è chi le nascondeva all’in­terno dei tubi idrici o tra le piante del giardinetto condo­miniale.

Gli agenti, grazie alla collaborazione e alle segnala­zioni dei poliziotti di quartie­re, sono riusciti ugualmente a smascherare i sistemi di video­sorveglianza illegali. Telecamere grandi quanto una noce sono state trovate in via Bruno Buozzi, in via Appu­lo, via Principe Amedeo, via Calefati, via Pasquale Caldaru­lo e a Enziteto. Ma l’attività è proseguita per l’intera giorna­ta di ieri e gli investigatori so­no convinti che altre micro­spie verranno scovate. Con le telecamere, i pregiudicati riu­scivano a tenere sotto control­lo vaste aree attorno ai loro ap­partamenti. Spesso venivano monitorate quattro, cinque strade contemporaneamente. Così le abitazioni dei malviven­ti diventavano dei bunker, for­tezze per proteggere loro stes­si e le attività illecite. Come la detenzione di sostanze stupe­facenti o di armi da piazzare sul mercato nero. O da far can­tare.
fonte: corrieredelmezzogiorno.it

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