Sentenza Google, le motivazioni: "In Internet non è tutto permesso"
Pubblicate le motivazioni della sentenza sul caso Vividown. Dirigenti di Google condannati per mancato rispetto della privacy.

"Non esiste la sconfinata prateria di Internet" - ha scritto il giudice - "dove tutto è permesso e niente può essere vietato, pena la scomunica mondiale del popolo del web".
Magi sostiene che l'informativa sulla privacy era "del tutto carente o comunque talmente nascosta nelle condizioni generali del contratto da risultare assolutamente inefficace per i fini previsti dalla legge": per questa inadempienza di Google i suoi tre dirigenti sono stati condannati.
fonte: zeusnews
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