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Notizia
Si conoscono tramite rete e dopo un mese trascorso a chattare decidono di incontrarsi. Lei però scopre che si tratta di una trappola, ma è troppo tardi e viene violentata
Una storia come tante con un finale però che invita tutti alla prudenza se non alla diffidenza. Lei una giovane di Varedo, un piccolo paesino tra Monza e Seveso, lui un brillante studente universitario di Pavia. I due giovani frequentano lo stesso social network e tra loro si instaura subito un bel rapporto di amicizia e confidenza via chat. Lui gentile e comprensivo ascolta i suoi sfoghi e le da dei consigli, lei sempre più affascinatata dai suoi modi gli racconta particolari intimi della sua vita che non aveva mai rivelato a nessuno prima di allora. Lei stessa ha dichiarato infatti: “Mi fidavo di lui così tanto che gli avevo confidato perfino tanti aspetti della mia intimità, di cui non avevo mai parlato neppure coi miei genitori o con la mia migliore amica”.
I due amici di rete continuano a frequentarsi via chat per tutto il mese di Agosto e le loro conversazioni si fanno sempre più lunghe arrivando persino alle dodici ore consecutive. E’ poi bastata una foto inviata col cellulare per convincere la ragazza a incontrare finalmente di persona il ragazzo della chat che la faceva stare così bene. Certo ora riconosce tra le lacrime di essere stata ingenua, perchè si è resa conto che dietro le belle parole scritte in chat, si nascondeva in realtà un perfetto sconosciuto di cui non avrebbe dovuto fidarsi. “Sono stata ingenua e solo adesso mi accorgo che di lui non sapevo quasi niente. Avevamo parlato tanto ma era un perfetto sconosciuto”.
Il giovane si presenta puntuale all’appuntamento, ma in sua compagnia ci sono altri due ragazzi, un diciassettenne di Pavia e un diciottenne di Lodi. I tre insistono per un pò, poi riescono a convincere la ragazza a salire in macchina con loro per andare in qualche locale a bere qualcosa e fare due chiacchiere. Tuttavia non appena la ragazza sale in auto capisce che tramano qualcosa e terrorizzata chiede di poter scendere. Inutili le sue richieste e tantomeno le lacrime. L’auto sfreccia a gran velocità verso la periferia di Varedo dove i tre possono agire indisturbati. Costringono la ragazza a scendere dall’auto e poi due di loro la violentano, mentre il terzo filma tutto col cellulare. La giovane ragazza sotto choc viene abbandonata in uno sterrato e i tre stupratori fanno ritorno a casa come se niente fosse, ben certi di farla franca. Per fortuna però la ragazza trova la forza di chiamare i genitori e dopo aver raccontato loro l’accaduto, si reca dai Carabinieri e sporge denuncia. Sono stati sufficienti i tabulati telefonici per risalire ai tre violentatori, che in un primo momento hanno recitato la parte degli innocenti con una maestria che ha lasciato senza parole gli inquirenti. Non hanno potuto però negare l’evidenza di fronte alle conversazioni via chat e al video dello stupro girato da loro stessi. Intanto la ragazza è stata ricoverata nella Clinica Mangiagalli di Milano dove è stata riscontrata subito la violenza fisica e psicologica subita. Avrà bisogno dell’aiuto costante di alcuni psicologi per superare il trauma. Una storia che a detta dei Carabinieri è tristemente diffusa, anche se poi non tutte le vittime hanno il coraggio di denunciare. Un invito alla prudenza è d’obbligo perchè troppo spesso nel mondo virtuale si trova l’amore e l’amicizia, ma la vita reale è un’altra cosa…
fonte: donna.fanpage.it
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Una storia come tante con un finale però che invita tutti alla prudenza se non alla diffidenza. Lei una giovane di Varedo, un piccolo paesino tra Monza e Seveso, lui un brillante studente universitario di Pavia. I due giovani frequentano lo stesso social network e tra loro si instaura subito un bel rapporto di amicizia e confidenza via chat. Lui gentile e comprensivo ascolta i suoi sfoghi e le da dei consigli, lei sempre più affascinatata dai suoi modi gli racconta particolari intimi della sua vita che non aveva mai rivelato a nessuno prima di allora. Lei stessa ha dichiarato infatti: “Mi fidavo di lui così tanto che gli avevo confidato perfino tanti aspetti della mia intimità, di cui non avevo mai parlato neppure coi miei genitori o con la mia migliore amica”.
I due amici di rete continuano a frequentarsi via chat per tutto il mese di Agosto e le loro conversazioni si fanno sempre più lunghe arrivando persino alle dodici ore consecutive. E’ poi bastata una foto inviata col cellulare per convincere la ragazza a incontrare finalmente di persona il ragazzo della chat che la faceva stare così bene. Certo ora riconosce tra le lacrime di essere stata ingenua, perchè si è resa conto che dietro le belle parole scritte in chat, si nascondeva in realtà un perfetto sconosciuto di cui non avrebbe dovuto fidarsi. “Sono stata ingenua e solo adesso mi accorgo che di lui non sapevo quasi niente. Avevamo parlato tanto ma era un perfetto sconosciuto”.
Il giovane si presenta puntuale all’appuntamento, ma in sua compagnia ci sono altri due ragazzi, un diciassettenne di Pavia e un diciottenne di Lodi. I tre insistono per un pò, poi riescono a convincere la ragazza a salire in macchina con loro per andare in qualche locale a bere qualcosa e fare due chiacchiere. Tuttavia non appena la ragazza sale in auto capisce che tramano qualcosa e terrorizzata chiede di poter scendere. Inutili le sue richieste e tantomeno le lacrime. L’auto sfreccia a gran velocità verso la periferia di Varedo dove i tre possono agire indisturbati. Costringono la ragazza a scendere dall’auto e poi due di loro la violentano, mentre il terzo filma tutto col cellulare. La giovane ragazza sotto choc viene abbandonata in uno sterrato e i tre stupratori fanno ritorno a casa come se niente fosse, ben certi di farla franca. Per fortuna però la ragazza trova la forza di chiamare i genitori e dopo aver raccontato loro l’accaduto, si reca dai Carabinieri e sporge denuncia. Sono stati sufficienti i tabulati telefonici per risalire ai tre violentatori, che in un primo momento hanno recitato la parte degli innocenti con una maestria che ha lasciato senza parole gli inquirenti. Non hanno potuto però negare l’evidenza di fronte alle conversazioni via chat e al video dello stupro girato da loro stessi. Intanto la ragazza è stata ricoverata nella Clinica Mangiagalli di Milano dove è stata riscontrata subito la violenza fisica e psicologica subita. Avrà bisogno dell’aiuto costante di alcuni psicologi per superare il trauma. Una storia che a detta dei Carabinieri è tristemente diffusa, anche se poi non tutte le vittime hanno il coraggio di denunciare. Un invito alla prudenza è d’obbligo perchè troppo spesso nel mondo virtuale si trova l’amore e l’amicizia, ma la vita reale è un’altra cosa…
fonte: donna.fanpage.it
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