cellulare spia spy phone un po di chiarezza

ENTRA NELLO SPY SHOP

ROMA
Impossibile dire se contano di più la paura (quasi sempre infondata) di essere spiati, il gran parlare che si fa di intercettazioni telefoniche o la voglia sempre più diffusa di tutelare la propria privacy. Ma è certo che negli ultimi mesi è cresciuto costantemente, «almeno del 30%», il numero degli italiani che cercano sul mercato dispositivi in grado di esorcizzare quella che rischia di assumere i contorni di una grande paura collettiva, quella degli spy-phone. Le nuove tecnologie permettono davvero di prendere il ’controllò a distanza di qualsiasi nuovo cellulare dotato di sistema operativo.
Ma non ha senso, come ha fatto di recente anche il Copasir (il Comitato parlamentare di controllo per la sicurezza, ndr) nella sua relazione annuale, dare credito all’idea che i software spia possano essere spediti come un comune mms e installati senza volerlo dall’utente: per riuscirci, quest’ultimo dovrebbe abboccare all’esca, connettersi al web, cliccare su un certo link e dare più volte l’ok al download. Decisamente improbabile». In effetti, l’idea di inviare il programma a chi ne fa richiesta «nasce proprio dalla necessità di semplificare la vita al cliente, di rendere più facile l’installazione, a patto che egli abbia accesso fisico, magari solo per pochi minuti, all’apparecchio da spiare». A operazione ultimata - e con tutti i rischi del caso, visto che la vendita del software è consentita mentre l’installazione è punita ai sensi dell’articolo 617bis del codice penale - la sorveglianza del cellulare bersaglio sarà pressochè totale: tra le funzioni garantite dai programmi in circolazione figurano infatti l’ascolto ambientale, l’intercettazione delle chiamate, la copia degli sms inviati e ricevuti dal telefono ad un numero predefinito, la lista delle chiamate fatte e ricevute, la registrazione di eventuali cambi di sim, la localizzazione del cellulare con coordinate e celle, la registrazione delle chiamate su un file audio nascosto e scaricabile via bluetooth.
Il tutto, o quasi, anche a cellulare spento, «o meglio, in off, perchè il cellulare è davvero spento, come sanno bene i più scaltri, solo a batteria disinserita». Al momento, l’antidoto più efficace a una simile capacità di intrusione sta in un dispositivo rettangolare, sottile e facilmente occultabile in una tasca o in una portadocumenti, brevettato come Gsm Box. «Costa 399 euro, ma se ne vendono un bel pò - spiega il tecnico - In pratica, quando il nostro cellulare è spiato, il led che si trova su uno dei lati prende a lampeggiare, mentre quello che in gergo chiamiamo ’rumore biancò copre la conversazione, impedendo allo spione di turno di sentire quello che stiamo dicendo. Ai clienti suggerisco spesso, quando hanno un sospetto, di buttare il loro telefono e di sostituirlo con un modello di quelli obsoleti, che poi sono i più sicuri, ma quasi sempre mi sento rispondere che preferiscono sapere se c’è davvero qualcuno che li spia e perchè».

Altra soluzione preventiva, decisamente più costosa (ogni apparecchio, software di cifratura compreso, costa sui 1.000 euro) e meno battuta, è quella dei telefonini criptati, che consentono di effettuare chiamate e videochiamate utilizzando le reti dati ad alta velocità di ultima generazione Edge, Umts, Hsdpa. «Si tratta di un algoritmo al momento inattaccabile - garantisce il tecnico - utilizzato come standard anche dal governo Usa per proteggere informazioni classificate come top secret. A quel che ne so, ne fanno uso per lo più avvocati e commercialisti per parlare con i loro clienti e top manager per comunicare con i loro collaboratori più fidati, ma anche narcotrafficanti e mafiosi. Tra i vantaggi, la possibilità di parlare anche all’estero attraverso internet».
Un uso «professionale» (e, spesso, illegale) della tecnologia che non deve però distrarre l’attenzione da quello che è il vero «motore» della corsa agli spy-phone e agli anti spy-phone: l’infedeltà coniugale. «Negli ultimi tempi sono aumentati i genitori che non badano a spese pur di sapere che cosa fanno i loro figli. Ma nella stragrande maggioranza dei casi a bussare alle porte del nostro negozio restano soprattutto mogli e mariti ossessionati dall’idea delle corna».
fonte la stampa.it

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