ascoltare conversazioni telefoniche

Le microspie ambientali e telefoniche per ascoltare conversazioni.

strumenti per lo spionaggio delle informazioni e la tutela della privacy.
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Se il vostro lavoro comporta la conoscenza di segreti industriali o d’altro genere e temete perciò di essere spiati da microspie o che le vostre telefonate siano registrate, provate a seguire con me un ragionamento logico riguardo alla tecnologia delle microspie in commercio; vi renderete così conto che non è affatto semplice spiare i discorsi che avvengono nel vostro ufficio, a meno che il “nemico” non abbia conoscenze tecniche di alto livello ed usi dispositivi di ascolto assai sofisticati, e quindi di altissimo costo, che oltre ad essere di difficile reperibilità, si giustificano solo con la rilevanza dei segreti da carpire. Facciamo un esempio per capire uno dei limiti principali di molte microspie: supponiamo di trovarci in una stanza dove siano riunite diverse persone che discutono animatamente fra loro. Una di tali persone sta parlando con noi e, magari, per complicare ulteriormente la cosa, la finestra è aperta e dalla strada sale il rumore di fondo del traffico cittadino.
La situazione descritta non è certo ideale per sostenere una conversazione, tuttavia riusciamo a capire quello che ci dice il nostro interlocutore, grazie all’uso di due strumenti di eccezionale sofisticazione: l’orecchio ed il cervello. Infatti, purché il livello delle voci intorno a noi sia leggermente inferiore a quello di chi ci parla, spostando istintivamente il capo selezioneremo con un orecchio ciò che ci interessa, passando da un ascolto stereofonico ad uno monofonico. Il cervello farà il resto, concentrando su ciò la nostra attenzione e considerando tutto il resto come rumore di fondo. Qualcosa di simile avviene per una madre che dorme tranquillamente nonostante la televisione accesa ed altri rumori ambientali, ma viene risvegliata al minimo accenno di pianto del bambino.
Facciamo ora un esperimento d’altro genere: lasciamo un comune registratore acceso, in posizione “record” ovviamente, in una stanza dove parlano più persone. Potremo constatare, riascoltando le voci incise, che i risultati sono assolutamente deludenti e spesso è addirittura impossibile capire ciò che viene detto. Le cause di una qualità di registrazione così bassa sono molteplici e poco influenzate dalla qualità dell’apparecchio. Se la stanza dove si svolge la prova è priva di tendaggi o con poco arredamento, come spesso sono gli uffici o gli studi professionali, il rimbombare delle voci renderà queste assai poco chiare. Se le persone parlano fra di loro in modo appena animato, tenderanno ad alzare la voce ed a parlare tutti contemporaneamente. Questo fatto provocherà la saturazione dei circuiti di amplificazione del microfono con la conseguenza che il parlato risulterà cupo e privo dei toni acuti.
E’ pur vero che i registratori di buona qualità sono dotati di un circuito elettronico che regola automaticamente il guadagno dell’amplificatore microfonico in funzione del rumore ambientale, ma anche questo dispositivo ha dei limiti nelle sue possibilità di controllo, che possono essere facilmente superati quando si verifica il caso precedente. Inoltre, nei momenti di pausa, quando per qualche istante nessuno parla, l’amplificatore sale al massimo guadagno producendo un fruscio di fondo estremamente fastidioso. E’ lo stesso effetto che si produce nelle cassette videoregistrate, quando un film viene duplicato più di una volta: nelle pause del parlato si sente chiaramente il fruscio di fondo salire fino a disturbare l’ascoltatore. Soprattutto il fatto che i suoni siano riprodotti da un altoparlante, rende impossibile per il cervello umano sfruttare la diversa direzione di provenienza delle varie voci, ossia l’effetto stereofonico, per selezionarne una in particolare. Ogni altro rumore di fondo giungerà all’orecchio mescolato alle voci registrate in modo talmente omogeneo da impedirci di “escluderlo” dall’ascolto.
Bene, ho portato questo esempio per chiarire uno dei più pesanti problemi tecnici che limitano notevolmente la funzionalità sia delle “cimici” sia di eventuali registratori nascosti.
Spesso la qualità audio di questi dispositivi, a causa dei problemi di cui ho appena parlato, è tale da renderli inutili, a meno che nella stanza dove è nascosta la microspia non vi sia una sola persona che parla al telefono, ma, in questo caso, più che una trasmittente ambientale sarebbe preferibile una microspia o un registratore telefonico. Quest’ultimo in particolar modo è facilmente applicabile, poiché è sufficiente usare un comune registratore a cassette accessoriato di un semplice dispositivo elettronico che permette di avviare il nastro ogni volta che viene alzata la cornetta del telefono e di fermarlo alla fine della telefonata. Ciò è molto importante poiché permette di prolungare la durata del nastro che altrimenti si esaurirebbe in un paio di ore al massimo.
Nelle foto, e nella relativa didascalia, viene dimostrato come sia facile modificare, a titolo sperimentale, un comune registratore. Ma attenzione! Non dimentichiamo che le vigenti leggi in materia di tutela della privacy, proibiscono questo tipo di intercettazioni.
Ignorare tali leggi espone a rilevanti sanzioni penali.
Inoltre i regolamenti delle società telefoniche vietano espressamente qualunque tipo di manomissione della linea che non sia effettuata da personale autorizzato, quindi voglio sottolineare che le istruzioni e gli schemi elettrici seguenti hanno solamente uno scopo didattico- dimostrativo. I divieti di cui ho appena parlato sono tali, purtroppo, soltanto per le persone oneste, mentre, nell’ipotetica azione di qualche “curioso” troppo disinvolto, le cose sono ben diverse.
E’ successo infatti, in qualche caso, che tecnici della società telefonica scoprissero, del tutto casualmente, durante una riparazione, un collegamento abusivo ed illegale nel doppino telefonico al di fuori di un appartamento o di un ufficio o, peggio, una microtrasmittente all’interno di qualche centralina di derivazione della Telecom.
itis einstein

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