rilevare telecamere nascoste

Come rilevare micro telecamere nascoste microspie.
Il segnale radio emesso da una micro telecamera nascoste microspia e dotata di trasmettitore è più facilmente rilevabile, da parte di un esperto dotato delle opportune strumentazioni, per almeno due motivi. Il primo è la banda di radiofrequenza occupata da un segnale video, enormemente più ampia di quella di un segnale audio, a causa dell’informazione molto più complessa che il primo segnale contiene rispetto al secondo.
Cerchiamo di capire perché: immaginiamo di dover scrivere su un foglio di carta le nostre generalità quali nome, cognome, indirizzo e codice postale. Non occuperanno più di un paio di righe. Se invece dovessimo aggiungere altre informazioni, per esempio un curriculum vitae, ecco che riempiremmo tutto il foglio e, forse, più di uno.
Qualcosa di simile accade per le radioemissioni di cui sopra: un segnale audio può anche contenere solo un tratto della banda vocale, magari con fedeltà “telefonica”, ossia molto ridotta, pur conservando una sufficiente comprensibilità. Un segnale video, invece, deve trasmettere delle informazioni molto più complesse comprendenti, per esempio, il segnale che serve a mettere in sincronia il monitor usato per la ricezione, al fine di produrre immagini non distorte. Deve trasmettere anche informazioni relative alla luminosità, al colore, ove questo sia necessario, e tutto il complesso inviluppo dell’immagine.
Il secondo motivo che facilita l’individuazione del segnale di una telecamera è dato dalla maggiore potenza che tale emissione deve avere per poter produrre nel ricevitore una immagine “leggibile” ossia chiara e priva di “effetto nebbia”. Insomma, un’impronta radio più ampia e più intensa sarà più facilmente captata dai ricevitori multigamma dotati di misuratore dell’intensità di campo, di cui si avvalgono gli specialisti in bonifiche ambientali.
Molto più difficile è la loro opera quando si ha a che fare con una microspia audio, poiché la limitata potenza di emissione e la ristretta banda radio occupata, non facilitano di certo la ricerca della loro presenza, inoltre i modelli più sofisticati adottano il circuito VOX, ossia un dispositivo che interrompe automaticamente la trasmissione quando nell’ambiente non vi sono voci.
Adottato per consentire l’economizzazione dell’energia delle pile di alimentazione, il VOX costringe l’esperto in bonifica ambientale ad effettuare la ricerca tenendo una radio accesa ad alto volume in modo da essere sicuro dell’attivazione della eventuale “cimice”. L’enorme numero di canali radio utilizzabili dalle microspie dell’ultima generazione, rende necessario, per la loro rilevazione, l’uso di sofisticati radioricevitori “scanner” capaci di spaziare fra i 10 Khz ed i 2000 Mhz ed oltre. Chiaramente, una ricerca effettuata su uno spettro così vasto presenta non poche difficoltà tecniche, per cui l’operatore deve possedere una abilità professionale ed una esperienza davvero fuori del comune. Infatti l’attuale elevatissimo numero delle emissioni radiofoniche costituisce una forma di inquinamento elettromagnetico dal quale è tutt’altro che agevole estrarre ed isolare il piccolo segnale della microspia.
Si tratta insomma di un campo nel quale non vi è assolutamente spazio per il “fai da te”. Ricordo di aver potuto visitare, durante l’ultimo salone sulla sicurezza a Milano nel novembre scorso, un furgone attrezzato per la bonifica ambientale. Ebbene, le attrezzature fantascientifiche di cui era dotato avrebbero potuto suscitare l’invidia di James Bond, il più famoso fra gli “007”.
Infine voglio accennare ad un recente dispositivo per l’ascolto delle conversazioni che avvengono in un ambiente, che non rende necessario accedere, neppure per breve tempo, al locale da controllare, al fine di occultare una microspia. Si tratta di un apparato che sfrutta le caratteristiche di un raggio laser nella banda della radiazione infrarossa, pertanto al di fuori del visibile, che viene puntato contro il vetro della finestra del locale ove avviene la conversazione che interessa ascoltare. Le vibrazioni acustiche del vetro della finestra, causate dalle voci all’interno della stanza, modulano il raggio laser che viene riflesso dalla superficie del vetro stesso, con un angolo eguale a quello incidente. Tale raggio viene ricevuto da un’apposita apparecchiatura, posta in posizione opportuna, che, demodulando il segnale audio, ne estrae l’informazione contenuta. Successivamente, tale segnale deve essere filtrato tramite un processatore di segnali, al fine di eliminare tutti quei fattori di disturbo, come per esempio il rumore del traffico automobilistico, che ne diminuirebbero la comprensibilità. Ovviamente il costo di un apparato così sofisticato è del tutto allineato con le prestazioni che è in grado di offrire. Per di più, il suo uso è decisamente complesso tanto da richiedere l’impiego di personale specializzato: ad esempio, se il raggio laser venisse puntato dalla strada verso una finestra posta, poniamo, al secondo o terzo piano, a causa delle leggi ottiche che prevedono, come dicevo prima, un angolo eguale fra il raggio incidente e quello uscente, tale raggio verrebbe riflesso verso il cielo rendendone impossibile la ricezione.
einstain

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