Costa Concordia. Un robot ad ausilio per le ricerche

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Il mare certo non s’inchina è il caso di dirlo ai tempi frettolosi dei media e quindi mentre dal Giglio si susseguono le dirette tv sul rischio inabissamento della nave, il professor Nicola Casagli, del dipartimento di Scienze della terra dell’Università di Firenze, qui consulente della Protezione civile nazionale, prova a fare un po’ di chiarezza: «La Costa Concordia, per com’è messa ora, dovrebbe avanzare decine di metri (30 per la precisione, ndr) prima di arrivare a uno scenario di affondamento —spiega —. Per fortuna invece al momento i suoi spostamenti sono millimetrici». Ieri mattina lo scafo aveva una velocità di movimento pari a 15 millimetri l’ora a prua e 7 a poppa, poi ha addirittura «frenato », decelerando fino a 10millimetri a prua (il calcolo è fatto: un metro ogni cento ore) e 5 a poppa.Insomma, impossibile accorgersene a occhio nudo, solo radar e satelliti (stanno operando ben 7 sistemi di monitoraggio indipendenti compreso il robottino teleguidato Rov, che registra immagini, dati e fa anche ricerca di corpi in acqua) riescono a cogliere i misteriosi fremiti sottomarini della Costa Concordia. Eppoi comunque non si capisce ancora se si tratti di oscillazioni ottenute in risposta alle correnti o di una specie di assestamento del gigantesco scafo arenato su un fianco a 25 metri di profondità. Speriamo che non si finisca con un disastro ambientale e che il transatlantico possa essere rimosso il più velocemente possibile da quella posizione.

Luca Spyproject22

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