Crisi. L'Italia è ancora dentro...

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Roma, 24 feb. Consumi in picchiata in Italia: oltre il deciso calo nei piccoli negozi, ad andare male questa volta e' anche la grande distribuzione. A salvarsi sono solo i discount alimentari. Secondo l'Istat nel 2011, l'indice grezzo delle vendite al dettaglio diminuisce dell'1,3% rispetto al 2010. Si tratta del dato peggiore dal 2009. Le vendite di prodotti alimentari segnano una variazione nulla, mentre quelle di prodotti non alimentari diminuiscono dell'1,8%. Male anche il dato mensile: a dicembre le vendite al dettaglio (indice destagionalizzato) segna una diminuzione congiunturale dell'1,1%. Ed e' il valore piu' basso da luglio del 2004. Nel confronto con novembre 2011, diminuiscono le vendite sia per i prodotti alimentari (-1,0%) sia per quelli non alimentari (-1,2%). Rispetto a dicembre 2010, l'indice grezzo del totale delle vendite segna un calo del 3,7%: le vendite di prodotti alimentari diminuiscono dell'1,7%, quelle di prodotti non alimentari del 4,4%. Nel 2011 i consumi degli italiani sono precipitati, come dimostrano anche i dati Istat sul commercio al dettaglio diffusi oggi. In un anno l'indice e' crollato dell'1,3 per cento, tra vendite alimentari praticamente ferme e carrelli della spesa semi-vuoti. Non andava cosi' male dal 2009, "annus horribilis" della crisi globale, a testimonianza del fatto che il nostro Paese non e' mai uscito dalla fase di stagnazione, anzi sta rientrando pericolosamente in una spirale recessiva. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori. Le famiglie sono sfinite e rispondono alla situazione economica negativa tagliando i consumi, non solo quelli superflui ma anche i beni di prima necessita' come gli alimentari. Solo a dicembre -ricorda la Cia- gli acquisti di cibo e bevande sono diminuiti dell'1,7 per cento su base annua e dell'1 per cento rispetto a novembre.
"Il dato negativo sulle vendite segnala ancora una volta in modo drammatico il calo dei consumi. Ancora piu' allarmante il quasi tracollo dei piccoli negozi", commenta Confesercenti. Si tratta di "dati che devono fare riflettere a fondo Governo e Parlamento almeno su due questioni: non potra' esserci ripresa senza che i consumi ripartano e quindi serve un intervento fiscale incisivo per alleggerire la pressione fiscale su imprese e famiglie". Il Codacons sottolinea che il dato diffuso dall'Istat "e' la prova evidente di come le famiglie siano stremate". E si dice che purtroppo, nel 2012 andra' ancora peggio.

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