Telecamere spiare centro islamico Casalpusterlengo

Esiste davvero la lettera con cui il primo cittadino, Flavio Parmesani, chiedeva all'autorità giudiziaria di utilizzare strumenti tecnologici per poter 'spiare' i fedeli islamici

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Casalpusterlengo, 19 maggio 2012 - La lettera con cui il sindaco Flavio Parmesani chiedeva all’autorità giudiziaria di utilizzare strumenti tecnologici per poter ‘spiare’ i fedeli islamici e verificare se all’interno dello stabile di via Fugazza si svolgesse o meno attività di culto, esiste. Sembra che il documento risalga ad alcuni mesi fa, anche se il contenuto è rimasto lettera morta: di fatto, non esiste alcun presupposto giuridico che possa giustificare l’utilizzo di microtelecamere o altri apparati con l’obiettivo di verificare se un gruppo di persone stia pregando.
È pur vero che la sentenza del Consiglio di Stato metteva i paletti all’utilizzo dello stabile come luogo per attività di culto prevalente, ma una verifica per accertare un’eventuale difformità di natura amministrativa, non può prevedere l’uso di mezzi utilizzabili solo per indagini di natura penale. Il primo cittadino, interpellato sulla vicenda, alcuni giorni fa, si è trincerato dietro ad uno stretto «no comment». Ma la missiva esiste. Eccome.Ieri è intervenuto il dottor Calogero Capuano dello studio legale che sta seguendo i fedeli islamici.
«Se fosse vero che è stata chiesta l’autorizzazione per l’utilizzo di apparati tecnologici, è un atto che si qualifica da solo» dice Capuano.Infine, sull’utilizzo dell’edificio di via Fugazza, Capuano ribadisce che «il presupposto se sia o meno un luogo di culto è stato di fatto già superato» in quanto «anche i controlli precedenti del Comune hanno confermato che all’interno non si pregava». Per questo motivo, ora è stato chiesto il permesso di costruire in modo che la struttura possa diventare sede del centro culturale a tutti gli effetti.
fonte ilgiorno.it

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